Novembre 2018. L’Oréal Italia apre le porte della propria sede milanese a 6 studenti, provenienti da diverse università italiane, per dare inizio al progetto pilota “L’Oréal Job ShadowingExperience”, realizzato in collaborazione con JADE ITALIA Parte del nostro team ha avuto la possibilità di partecipare a questo e di poter osservare da vicino la realtà di una company quale L’Oréal nella sua quotidianità.
Il progetto
Questo progetto è stato gestito interamente dal team delle risorse umane. Ciò porta ad una riflessione sul ruolo stesso di quest’area e sulle sue mansioni all’interno dell’organismo aziendale. Di solito si tende a pensare che si occupino soltanto di assunzioni e licenziamenti, ma non finisce qui, c’è un mondo intero dietro alle risorse umane, senza le quali l’azienda non potrebbe essere la stessa. La loro struttura organizzativa in L’Oréal Italia è molto complessa e non ci è possibile dilungarci troppo a riguardo, per questo motivo concentreremo la nostra attenzione su un tema che i nostri associati hanno avuto la possibilità di approfondire durante la Shadowing Experience, un tematica che sta particolarmente a cuore agli HR e che rappresenta una novità sul piano aziendale moderno: l’Employer Branding.
Employer branding: di che cosa si tratta?
La risposta del web è la seguente: l’Employer Branding è l’insieme delle strategie di recruiting marketing che ha l’obiettivo di costruire un’immagine aziendale coerente con l’identità dell’azienda come luogo di lavoro ideale in modo da attrarre e fidelizzare i dipendenti di talento.
Sostanzialmente, l’Employer Branding identifica come vero cuore dell’azienda la persona. L’idea con cui si sviluppa questa strategia è identificata dalla seguente sigla: UGC, ovvero “Users Generated Contents”; ciò sta ad indicare che è l’utente stesso a generare contenuto, e con utente stesso si intende la persona che fa già parte dell’azienda. Sono direttamente i membri delle varie divisioni e dei vari team ad essere il veicolo del messaggio lanciato dal brand azienda, perché qui è proprio di questo che si sta parlando: l’azienda stessa diventa un brand e viene sponsorizzata dai suoi stessi componenti.
Il centro dell’azienda moderna sono le persone che ne fanno parte, che la vivono ogni giorno e che la rendono non solo un semplice luogo di lavoro, dove recarsi dalla mattina alla sera per poter portare a casa lo stipendio, ma anche un luogo di vita, di esperienza, di condivisione e passione. Si tende, dunque, a dare particolare importanza al welfare aziendale. Ovviamente si tratta di una strategia, di una scelta del management, ma non solo, è un approccio rivolto al futuro. In questo modo ci si rende accattivanti e le grandi aziende invogliano maggiormente i candidati a diventare parte della loro realtà.
Istruzioni per l’uso
L’Employer Branding è ibrido poichè unisce il lavoro di due aree fra loro differenti: comunicazione e risorse umane. Insieme si occupano di ideare, sviluppare e comunicare awareness al fine di attrarre e reclutare poi i candidati migliori. A questo punto non resta altro che declinare i canali e le metodologie con cui l’Employer Branding viene messo in atto. Si parla di Employer Branding on line, dove si va ad utilizzare i social per mostrare al pubblico la vita interna, le persone, le iniziative a loro dedicate e la mission aziendale.
Nel mondo off-line, invece, si sfruttano moltissimi mezzi tra cui: corner events, company visits, presentazioni nelle università, collaborazioni e sponsorizzazioni, anche legate all’ambito della beneficienza. Tutti questi sono strumenti per mostrare la propria presenza nel panorama lavorativo e soprattutto a coloro che un giorno potrebbero essere interessati ad una posizione all’interno dell’impresa. Non si tratta di investimenti vani, tutto ciò serve al miglioramento della propria immagine nei confronti del pubblico, e aumenta l’awareness del brand e la sua identity.
Employer Branding come strategia del futuro e come possibilità di rendere più attrattiva l’azienda, si dimostrerà veramente così? Noi ci crediamo, ma sarà solo il tempo a darci la risposta.
Giulia Gessaga – Area HR e organizzazione eventi