È innegabile, la situazione pandemica ha cambiato molti aspetti della nostra vita e qui in JECoMM ne abbiamo già visto qualcuno. Ma un altro ambito del settore culturale, tra i più colpiti dalla crisi, ha presentato molteplici cambiamenti durante l’anno appena trascorso: il mondo dell’arte. Mostre e musei oggi prospettano una ventata d’aria fresca grazie alle riaperture che si stanno organizzando e che ci fanno sperare di popolare nuovamente le loro sale. Si tratta per loro di un nuovo inizio, l’ennesimo dopo un’annata durante la quale il mondo dell’arte ha scoperto il fianco al digitale e ai nuovi mezzi di comunicazione, che hanno cambiato il modo di fruire, percepire e divulgare l’arte.
L’arte prende vita: passatempi nell’era del lockdown.
Il Getty Museum di Los Angeles ha proposto in questi ultimi mesi un’interessante esperienza da provare in tempo di pandemia. Per combattere le giornate sempre più noiose e monotone, il museo ha lanciato una challenge online con la quale invitava le persone a riprodurre le proprie sculture o i propri dipinti preferiti in casa, non con tela e pennello, ma come vere opere d’arte viventi!
La challenge, legata all’account Instagram @TussenKunst&Quarantaine, ha riscosso molto successo e partecipazione tra il pubblico, che si è cimentato nel ricreare soggetti e pose celebri della storia dell’arte, per poi postarli sulla pagina Instagram, creando risultanti alle volte splendidi, alle volte esilaranti.
L’iniziativa del Getty Museum ha ispirato altre strutture museali, come i Musei di Strada Nuova a Genova, che hanno partecipato a questa iniziativa, raccogliendo a loro volta una grande partecipazione di pubblico.

Durante l’anno scorso il mondo digitale, sebbene in maniera forzata, è diventato più accessibile e di largo utilizzo, portando alla ribalta altre tecnologie oltre i social network, come i servizi streaming.
Molte mostre e musei intorno al mondo hanno regalato ai propri avventori la possibilità di continuare a gioire della passione per l’arte grazie alla trasmissione in streaming dei propri interni. Molte di queste video-mostre hanno mostrato inoltre luoghi inaccessibili in tempi ordinari. Per fare un paio di esempi: la Reggia di Versailles ha aperto le porte della Toilette dell’imperatore, normalmente chiusa al pubblico (non fatevi ingannare dal nome della stanza, si tratta di un vero gioiello incastonato nella corona chiamata Versailles); Il Duomo di Siena invece ha permesso a un operatore di filmare il pavimento della Cattedrale, un magnifico complesso di tarsie marmoree solitamente inaccessibile.
ITsART and Chill.
Nell’aprile del 2020, ospite di Massimo Gramellini su RAI 3, il ministro della cultura Dario Franceschini annunciava una piattaforma streaming “per offrire a tutto il mondo la cultura italiana a pagamento”. Franceschini propose il progetto come un qualcosa di utile durante il periodo di emergenza, ma che potesse continuare a esistere anche poi, definendolo infine con un paragone quantomeno audace, “il Netflix della cultura”. L’idea però finì pian piano nel dimenticatoio, fino a quando lo scorso 12 gennaio è stato reso noto che la piattaforma si chiamerà ITsART (“Italy is Art”) e che verrà presa in carico da Cassa Depositi e Prestiti e Chill.

Al momento non si sanno ancora i dettagli sul possibile catalogo e sembra che il progetto possa partire quest’anno durante il mese di marzo.
Nella sua prima fase di vita ITsART dovrebbe aiutare a promuovere ogni genere di mostra, spettacolo o performance artistica, gratuitamente previa iscrizione alla piattaforma, gratuita con pubblicità oppure pagando il singolo programma. La piattaforma diventerebbe un contenitore che promuove gli eventi o le produzioni dei singoli enti coinvolti. Per il futuro sembra pianificata una seconda fase incentrata sulla produzione di contenuti originali.
Molti possono pensare con ragione che, con la riapertura di mostre e musei nei prossimi mesi, il progetto possa naufragare ancor prima di partire.
Sebbene l’esperienza diretta con le opere non sia paragonabile a un tour virtuale, le piattaforme di streaming e le trasmissioni video dispongono di una freccia molto interessante al proprio arco: poter mostrare ciò che solitamente non sarebbe visibile, come già fatto al Duomo di Siena o alla Reggia di Versailles.
Ma un esempio vale più mille parole.
Il mare dei tesori.

Previa pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, il 5 febbraio 2020 è stata creata una Soprintendenza Nazionale per il Patrimonio Subacqueo, con sede a Taranto e centri operativi a Venezia e Napoli. Tale istituzione si propone di preservare, scoprire e far conoscere “anche a chi non è sub” il patrimonio archeologico subacqueo. Migliaia di relitti di città preistoriche, reperti di epoca romana dal II a.C. al III d.C.. È anche presente qualche testimonianza medioevale e rinascimentale, assieme a moltissimi reperti provenienti dal periodo della Prima e della Seconda Guerra Mondiale.
“Le tecnologie ci permettono di far conoscere questi beni sia a chi è a casa, davanti al proprio pc, sia a chi si immerge. Al computer è possibile ammirare un video a 360 gradi, una visita immersiva che ci mostra come quei beni erano in passato e come apparivano. Allo stesso tempo, per coloro che vanno sott’acqua sono a disposizione dei tablet speciali, progettati ad hoc, i quali […] permettono ai subacquei di vedere la realtà aumentata. In pratica scoprono il rudere come era nell’età antica.”
Barbara Davidde, neo sovrintendente per il Patrimonio Subacqueo.
Questi sono solo alcuni esempi di come l’impiego di tecnologie e mezzi di comunicazione hanno stimolato i nuovi inizi che il mondo dell’arte ha vissuto durante l’ultimo anno. Streaming e social network hanno reso l’arte più accessibile e hanno influenzato e trasformato tutto il settore, proponendo diversi e innovativi modi di produrre, sperimentare e divulgare l’esperienza artistica. Probabilmente ci attendono altre sorprese in futuro.
L’arte, però, non è stato l’unico ambito che ha sperimentato questo processo di digitalizzazione, se ne possono citare infatti molti altri.
Trovare e raccontarvi i più interessanti sarà nostro piacere in alcune delle prossime uscite, che tratteranno il tema della digitalizzazione.
Tommaso Bottacini – Area Comunicazione