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L’’innovazione tecnologica sta entrando sempre più nel campo della moda. Oltre al suo impiego per ottimizzare l’esperienza d’acquisto, essa diventa una risorsa anche per la produzione stessa dei capi.

I brand sono consapevoli delle potenzialità offerte dalla tecnologia e della necessità di sfruttarla al meglio: basti pensare a quanto si investa per ottimizzare le applicazioni al fine di migliorare la user experience. Al di là di questo però sono diversi i casi che dimostrano come essa possa rivoluzionare la fruizione stessa dei capi d’abbigliamento.

Grazie all’utilizzo di tali strumenti, si può assistere ad un modo tutto nuovo di indossare i vestiti. Essi sono infatti capaci di trasmettere sensazioni nuove e di assumere un’estetica all’avanguardia.

Stampa 3D per i tessuti

Stratasys è un’azienda che produce stampanti 3D e che si sta impegnando per mostrare come questa tecnica possa essere utilizzata in numerosi contesti di design, tra cui quello della moda. Sono numerose le collaborazioni che sostengono questa tesi.

Il primo esempio riportato sul loro sito è quello del Foliage Dress, incluso nella collezione di Iris Van Harpen del 2018. Per la realizzazione di questo vestito, sono stati stampati sottilissimi fogli di resina, applicati poi sul tessuto base dell’abito.

Questo non è l’unico esempio dell’uso della stampa 3D come tecnologia additiva. Risale allo scorso anno una collaborazione con la designer Ganit Goldstein, autrice della collezione di kimono WeAreAble: le parti colorate dei capi sono stampe eseguite direttamente sul tessuto, il quale è inizialmente soltanto lo scheletro dell’abito.

Un’altra collaborazione del 2020 è quella con la stilista Julia Koerner per la collezione ARID, la quale si avvale della stampa 3D sul tessuto. Il focus della designer è stato sull’ambiente: il tessuto è sostenibile e i motivi descritti dagli stampati sono ispirati alla natura.

Materiali innovativi

Rimanendo sempre nell’ambito della produzione dei capi d’abbigliamento, è interessante osservare anche come l’innovazione tecnologica abbia investito la realizzazione dei tessuti. Un’azienda notevole in questo campo è Bolt Threads, che si occupa di creare tessuti innovativi, con anche l’obiettivo della sostenibilità.

Bolt Threads ha realizzato il materiale Microsilk. L’azienda ha studiato la composizione delle ragnatele per comprendere le loro proprietà, per poi produrre delle proteine bioingegnerizzate in grado di sintetizzare fibre di tessuto con le stesse caratteristiche delle ragnatele.

L’innovazione non è riscontrabile solo nel metodo di produzione, ma anche nei materiali stessi che vengono utilizzati. Dreamlux è un’azienda che produce oggetti di design – tra cui vestiti – realizzati con dei tessuti molto particolari: materiali pregiati come cashmere, seta o lino vengono intrecciati insieme alla fibra ottica. L’effetto finale, inutile dirlo, è stupefacente.

Fonte: Dreamlux

Una nuova esperienza del prodotto

Sono interessanti anche i diversi casi in cui l’innovazione tecnologica è stata utilizzata per creare degli articoli con un’utilità precisa, oltre che capaci di far vivere un’esperienza del prodotto completamente nuova.

The Unseen ha creato diversi prodotti all’avanguardia sia di nel campo del design sia in quello del beauty, grazie proprio all’uso di scienza e tecnologia. Tra i diversi progetti, c’è la collezione AIR, composta da vestiti e accessori con una particolarità: il tessuto reagisce alla temperatura corporea, al tempo atmosferico e alla luce cambiando colore.

Un altro esempio è costituito dalla giacca L.E.D. firmata Nemen, brand italiano. Si tratta di una giacca in nylon studiata appositamente per gli sportivi. La parte interna è in alluminio e permette di mantenersi al caldo, mentre quella esterna è costituita da dei led in fibra ottica protetti da uno strato di nylon trasparente.

Diversamente dai prodotti come quelli di Dreamlux, in cui le luci sono legate solamente a lusso ed estetica, l’idea centrale è quella di creare un prodotto utile. Si tratta infatti di un articolo pensato in particolare per gli sportivi, per garantire loro calore nel periodo freddo e visibilità anche nelle ore di buio.

Fonte: Nemen

  

Menzioniamo inoltre CuteCircuit, brand olandese che produce vestiti hi-tech. Il loro ultimo articolo è la SoundShirt, maglietta pensata per far sentire i suoni sotto forma di vibrazioni. Il prodotto è stato realizzato in collaborazione con la Junge Symphoniker, per permettere alle persone non udenti di ascoltare la musica, ma può rivelarsi utile anche per migliorare l’esperienza dei videogiochi in realtà virtuale o aumentata.

Lo stesso brand è anche autore della HugShirt, maglietta che permette di abbracciare a distanza. I sensori che la compongono permettono di percepire sensazioni equiparabili a quelle di un autentico abbraccio, quali il calore e il contatto fisico.

Diversi brand hanno quindi compreso l’utilità dell’innovazione tecnologica nell’industria tessile e nel design della moda. Si tratta purtroppo però di articoli sempre costosi e non è difficile capirne il motivo: è il processo di produzione in primis che richiede un costo alto. Per lo stesso motivo, si tratta spesso di edizioni limitate o di articoli prodotti soltanto su richiesta.

Appurato questo limite, resta comunque chiaro il fascino esercitato da materiali di qualità e all’avanguardia, oltre che da prodotti in grado di offrire un’esperienza completamente nuova.

Federica Mallia – Area Comunicazione

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