Nomadi digitali: la nuova frontiera del lavoro4' tempo di lettura

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E’ inevitabile dire che il mondo del lavoro stia cambiando. Sono infatti molti i nuovi lavori che non richiedono una presenza fissa in ufficio, ma che necessitano solo di un computer e una rete wi-fi stabile per essere svolti. Il Covid ha inoltre sicuramente contribuito  alla digitalizzazione di tantissimi lavori che prima non lo erano.

Perfino in un paese come l’Italia, da sempre molto restio ai cambiamenti, aziende e datori di lavoro stanno permettendo ai loro dipendenti di usufruire sempre di più del benefit dello smart working. Uno studio di Osservatori.net, si è occupato di redigere un’analisi dettagliata di questo nuovo trend ed ha analizzato che a marzo 2021, gli smart-workers in Italia erano 5,37 milioni. Dati alla mano, l’89% delle imprese ha deciso di mantenere lo smart working, grazie agli innegabili benefici per i lavoratori, con il 39% di loro che hanno visto il loro equilibrio vita e lavoro migliorarsi.

Tutto questo dipinge una realtà molto interessante e allettante, ma a questo punto, perché limitarsi a lavorare dentro le quattro mura di casa?

Chi sono i nomadi digitali?

Sono sempre più lavoratori che si stanno infatti cimentando in quello che viene definito “nomadismo digitale”

Con questo termine si intende una forma di lavoro da remoto che implica il viaggiare continuamente in giro per il mondo. Sono molti gli impiegati che dopo essersi licenziati e aver lasciato la loro casa, hanno iniziato la loro carriera da nomadi digitali. In questo modo essi possono lavorare potenzialmente ovunque, con il solo aiuto di una connessione internet stabile e di un computer. 

Le tipologie di lavoro che permettono di essere un nomade digitale sono principalmente due: lavoro da freelancer, in autonomia, o appunto lo smart working, nelle aziende che lo permettono. Ovviamente non tutti i lavori si prestano a questo stile di vita. Certe prestazioni come quella del medico o  dell’avvocato, infatti, implicano un contatto diretto con il pubblico che il remoto non può garantire. Tutto ciò che riguarda il digital è invece perfetto: graphic designer, scrittore, programmatore, blogger, o addirittura youtuber. 

Sono molti i content creator su Youtube che raccontano della loro esperienza da nomadi e consigliano i loro followers su come poter seguire le loro orme. Tra gli italiani più famosi ci sono sicuramente @wildflowermood, che 6 anni fa dopo la laurea in comunicazione ha deciso di partire e fondare il suo canale youtube in cui mostra i bellissimi luoghi in cui lavora. Un altro è @marcelloascani, recentemente reinventato fondando una sua azienda e viaggiando per il mondo e @dariovignali giovane imprenditore e fondatore di Marketers. 

Nomade digitale lavoro

Perché diventare nomadi digitali?

I vantaggi dell’essere un nomade digitale vanno al di là delle comodità dello smart working, che non è visto da tutti come un’esperienza senza difficoltà. Lo stesso studio citato qui sopra, indica infatti che un lavoratore in remoto su quattro in Italia soffre di tecnostress. 

Questi dati però non considerano i nomadi digitali ma fanno in realtà riferimento a una realtà in cui i lavoratori da casa faticano a dividere il loro tempo libero da quello lavorativo. 

Chi decide di diventare nomade adotta invece un mindset completamente diverso, decidendo di viaggiare e dare quindi priorità al proprio benessere psico-fisico senza smettere di lavorare. Essere nomade significa porsi come obiettivo principale il viaggio  e nel momento in cui si ha la possibilità di farlo, felicità e soddisfazione personale aumentano inevitabilmente. 

Sempre più validità

Sempre più realtà riconoscono il valore di questa pratica e non mancano le iniziative che la sostengono. 

Nel 2020, la famosissima Lonely Planet ha infatti pubblicato un libro fotografico proprio su questa realtà. La guida raccoglie consigli sulle migliori destinazioni per i futuri nomadi e una serie di consigli pratici su come poterlo diventare. 

Anche Airbnb non è da meno e i loro dati parlano chiaro: c’è stato un aumento del 10% delle prenotazioni dei loro soggiorni da più di 28 giorni. Per cavalcare questa novità, quest’anno hanno deciso di promuovere l’iniziativa “YOLA-Year Of Living Anywhere”, mettendo a disposizione la possibilità di viaggiare-lavorando per un anno a 12 fortunati ospiti. 

Sulla stessa onda, anche il loro CEO e co-fondatore, Brian Chesky ha deciso di aderire. Quest’estate infatti anche lui lavorerà completamente da remoto girando per tutti gli Stati Uniti e alloggiando, ovviamente, sempre tramite Airbnb.  

Nomade digitale lavoro

Prossimi passi

A questo punto la soluzione sembra semplice. Se vi piace viaggiare, siete flessibili, e se il vostro lavoro ve lo consente, partite per un’avventura e diventate nomadi digitali! 

Non ve ne pentirete!

Chiara Donegà, Area Comunicazione

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